Prime Esperienze
Alidiana


12.04.2025 |
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"“Voglio che mi riempi il culo, Angelo… vienimi dentro, fammi sentire caldo dentro anche lì…”
Con un ultimo affondo, mi lasciai andare..."
Titolo: “Caldo bestiale”Parte 1
Era una di quelle sere d’agosto in cui l’aria è talmente ferma che ti sembra di scioglierti. Avevo passato la giornata in spiaggia, a guardare il sole spegnersi piano sull’acqua, birra in mano e sabbia ovunque. Non pensavo sarebbe successo nulla, ma poi è arrivata lei.
Alidiana. Nome strano, corpo da peccato. Capelli lunghi, neri, incasinati dal vento, e un bikini rosso che sembrava cucito addosso apposta per farmi impazzire. Ci eravamo visti già nei giorni precedenti, qualche sorriso, qualche sguardo che durava troppo, ma niente di concreto. Fino a quella sera.
“Fai sempre tardi in spiaggia?” mi ha chiesto, sedendosi accanto a me sul muretto che dava sul mare. Le sue cosce sfioravano le mie. Io ero ancora bagnato, e lei pure. L’aria tra noi era elettrica.
“Solo quando ho buone ragioni,” le risposi, senza togliere gli occhi dalle sue labbra lucide.
Lei rise piano. “E ce l’hai adesso?”
Non serviva altro. Le presi la nuca con una mano e la baciai, deciso. Le sue labbra si aprirono subito, fameliche, come se aspettassero quel momento da giorni. Ci mordevamo, ci cercavamo, e in mezzo a tutto quel desiderio, ci alzammo senza neanche dircelo. La presi per mano e la portai dietro le dune, in un punto dove il mare si sentiva ma non si vedeva, coperti solo dal rumore delle onde.
Non appena fummo soli, lei mi spinse contro una roccia liscia e si abbassò davanti a me. “Stai zitto,” sussurrò, guardandomi con quegli occhi scuri accesi dal desiderio. Mi sbottonò i pantaloni e se lo prese in bocca senza esitazioni, affamata. Sentivo il calore della sua lingua, le sue mani sul mio bacino, e la testa che mi esplodeva di piacere.
“Cristo, Alidiana…”
Lei sorrise, con il mio cazzo ancora tra le labbra.
Quando non ressi più, la tirai su di scatto, le alzai il bikini e la sollevai contro la roccia, mentre lei si stringeva a me. Entrai dentro di lei con un solo movimento, e la sentii stringermi forte, calda, bagnata da far paura.
Lei gemette piano, graffiandomi la schiena. “Più forte,” mi disse, quasi ringhiando.
E io obbedii. Titolo: “Caldo bestiale”
Parte 2
La tenevo sollevata, le gambe strette intorno alla mia vita, il culo sodo che si apriva perfettamente sotto le mie mani. Ogni colpo era una spinta dentro quel corpo che sembrava fatto apposta per essere scopato sotto le stelle, con la pelle calda e sudata che scivolava sulla mia.
“Angelo… continua così, Cristo…” sussurrava nel mio orecchio, mordendomi il collo, graffiando la mia schiena come se volesse marchiarmi. Ogni sua parola era benzina sul fuoco che mi bruciava dentro. Era completamente fuori controllo. E io con lei.
Le mani le finirono tra le cosce. Si toccava mentre la scopavo. Le dita affondate sul clitoride, i suoi gemiti sempre più brevi, più rapidi. “Sto venendo… non ti fermare…” mi supplicò, tirandomi i capelli.
Le afferrai la gola con una mano mentre continuavo a pomparla, a darle tutto me stesso. Il rumore dei nostri corpi che si scontravano copriva quello del mare. Le sue urla si persero nel vento quando venne, tutta contratta, stringendomi dentro come se volesse svuotarmi.
Ma io non avevo ancora finito.
La buttai sulla sabbia calda, a quattro zampe. Il bikini ormai era un ricordo lontano, spostato, sfilato, strappato. Il suo culo era alto, perfetto, bagnato di sudore e di piacere. Glielo sbattei di nuovo dentro con forza, facendola urlare.
“Ti piace, troia?” le dissi a denti stretti, mentre le schiaffeggiavo le chiappe, facendole arrossire sotto le mie dita.
“Si… fammi tua… fammi male…”
Le presi i capelli e tirai indietro la sua testa, facendole inarcare la schiena. I suoi capezzoli sfioravano la sabbia e si indurivano a ogni colpo. Avevo una mano sul suo fianco, l’altra sulla nuca, e dentro di lei il mio cazzo pulsava come un animale.
“Me lo vuoi succhiare prima che ti vengo in faccia?” le chiesi ansimando.
Lei si voltò con gli occhi lucidi, le labbra gonfie. “Sì. Vienimi addosso. In bocca. Dove vuoi…”
Mi tirai fuori e lei si voltò di scatto, prendendolo subito tra le labbra, succhiando forte, mentre con una mano mi accarezzava le palle e con l’altra si toccava ancora. Bastarono pochi secondi. Senti la pressione salire, le dita che mi stringevano la base del cazzo, la sua lingua calda — e poi esplosi.
Gliela venni in bocca, tanto da farla tossire. Un rivolo le scese sul mento. Lei se lo leccò via col dito e sorrise.
“Domani, stesso posto?” mi chiese, nuda, ancora tremante.
“Domani,” risposi. “E stavolta vengo con una bottiglia d’acqua. Perché tu mi disidrati.”
Titolo: “Caldo bestiale”
Parte 3 – Il culo di Alidiana
Il mare, in sottofondo, sembrava applaudire. Il cielo era diventato nero e pieno di stelle, e noi due eravamo ancora lì, mezzi nudi, sporchi di sabbia, di sudore e di voglia. Lei stesa sulla schiena, le gambe aperte, la bocca ancora lucida della mia sborra, gli occhi accesi come brace.
“Ce l’hai ancora duro?” mi chiese, mordendosi il labbro inferiore.
Non risposi. Le presi una caviglia e la tirai verso di me.
“Girati,” le dissi a voce bassa, “voglio il tuo culo.”
Lei obbedì subito. Si mise a quattro zampe, i fianchi oscillavano piano mentre cercava posizione. Le mani nella sabbia, il culo alto e rotondo, con la pelle tirata e liscia, e quella fessura stretta che pareva chiedere solo una cosa: essere presa.
Mi avvicinai lentamente. Le passai un dito tra le chiappe, spingendolo piano sull’anellino che già pulsava. Era lì, minuscolo e chiuso, ma bastava toccarlo per sentirla tremare.
“Non hai idea di quanto desideravo questo momento,” le sussurrai, sputando sulla mia mano e cominciando a massaggiarla.
“Preparami bene, Angelo… Voglio sentirti dentro… tutto.”
Continuai a insistere col dito, poi due, lenti ma decisi. Il suo respiro si fece più affannoso, e i suoi gemiti sempre più bassi e strozzati. Ogni volta che spingevo un po’ di più, la sentivo rilassarsi. Il culo le si apriva piano, come un fiore notturno.
Quando fu pronta, mi avvicinai, puntando la cappella bagnata contro quel buco invitante. Glielo feci sentire, lì, fermo, tondo e duro.
Lei si voltò. “Fallo adesso. Spingilo dentro. Voglio sentirti tutto nel culo.”
E lo feci.
Con una spinta lenta ma decisa, entrai. La sentii stringermi come una morsa calda. Il suo culo mi risucchiava, ogni centimetro era una sfida, un trionfo.
“Aaaah… sì… Cristo, è grosso…”
La tenni ferma per i fianchi e cominciai a muovermi, piano all’inizio, poi più deciso. Ogni colpo era un suono sordo, carne contro carne, il suo corpo che si piegava sotto il mio, mentre lei si mordeva il braccio per non urlare troppo.
Le chiappe le sbattevano contro il mio bacino. Ogni affondo la faceva gemere più forte. Le afferrai i capelli, la tirai su, la baciai mentre la scopavo nel culo senza pietà.
“Sei la troia più bella che abbia mai preso,” le sussurrai in un orecchio.
“Sì, lo sono… e questo è il mio buco solo per te…”
Il ritmo aumentava, le mie mani le stringevano i fianchi come manici di una giostra impazzita. Sentivo che stavo per venire di nuovo.
“Voglio che mi riempi il culo, Angelo… vienimi dentro, fammi sentire caldo dentro anche lì…”
Con un ultimo affondo, mi lasciai andare. Sprofondai tutto dentro e venni, lungo e potente, riempiendola fino a sentirla tremare sotto di me. Restai fermo, ancora dentro, a godermi le contrazioni del suo sfintere che mi strizzava come se non volesse lasciarmi andare.
Quando uscii, la mia sborra colò fuori lentamente, calda, bianca, mischiata al suo piacere. Lei si sdraiò sulla sabbia, a pancia in giù, con un sorriso soddisfatto.
“Domani… portami pure una bottiglia d’acqua,” mi disse con voce roca, “ma anche una bottiglia d’olio. Perché questo culo, da ora in poi, è roba tua.”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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